Il tema della Giornata mondiale senza tabacco che ricorre puntualmente il 31 maggio è legato alla natura. Qual è l’oggetto di plastica più abbandonato/gettato al mondo? Facile, sono i mozziconi di sigaretta. I filtri delle sigarette sono diventati “l’ultima forma accettabile di rifiuto”, che ogni giorno vengono dispersi nell’ambiente, sia in montagna che in città, comunque nella natura.
Durante la combustione della sigaretta si liberano degli agenti che sono considerati cancerogeni e tossici, quindi responsabili di tutte le controindicazioni del fumo che poi si verificano sul fumatore. Tra gli agenti che vengono emessi durante la combustione troviamo acido cianidrico, ammoniaca, arsenico, benzopirene, butano, cadmio, catrame, cloruro di vinile, DDT, fenolo, formaldeide, fosforo, idrocarburi, naftalina, nicotina, polonio 210, toluene, trementina e xilene. E non sono tutti. Un recente studio (Ruskin, 2019) ha scoperto che i mozziconi di sigaretta inibiscono la crescita delle piante, impedendole di svilupparsi correttamente. Senza contare che ormai entrano regolarmente nei corsi d’acqua e, alla fine, nei laghi e nei mari inquinandoli considerevolmente.
Ma come può un gesto così devastante per l’ambiente diventare parte del nostro quotidiano e finire con l’essere in qualche modo accettato? Questo gesto ormai considerato pressoché innocente fa parte troppo spesso della “pausa sigaretta” tra amici o colleghi. Quelli che possono passare come gesti distratti sono purtroppo gesti d’inciviltà che contribuiscono in qualche modo all’inquinamento di acqua, terra e aria. Per meglio comprendere gli effetti prodotti sull’ambiente che ci circonda dall’incauto abbandono dei rifiuti, basterebbe considerare i tempi in cui si degradano, sporcando e contaminando, alcuni oggetti d’uso comune.Il filtro fa parte della sigaretta. Perché gettarlo sul cammino invece di riportarlo a casa? Non è poi un rifiuto così schifoso se un attimo prima lo si aveva in bocca e serviva a fumare la sigaretta.
I motivi principali possono essere almeno tre:
Un ruolo importante potrebbe averlo l’ignoranza sulle conseguenze ambientali del gettare a terra i mozziconi di sigaretta: alcuni fumatori potrebbero erroneamente pensare che i danni causati da rifiuti così piccoli siano trascurabili, o addirittura che i mozziconi di sigaretta siano biodegradabili. Un altro motivo potrebbe essere la mancanza di pattumiere e posaceneri in alcuni luoghi chiave (fermata dell’autobus, …) ma soprattutto la riluttanza dei fumatori a cercarli, perché oggi giorno nelle città di bidoni della spazzatura ce ne sono parecchi. Infine non bisogna sottovalutare il fenomeno del mimetismo sociale: “Visto che tutti buttano il mozzicone per terra, lo faccio anch’io”. Fenomeno spesso presente nei giovani che seguono esempi sbagliati trasformandoli in gesti automatici.
Tra i metodi raccomandati per prevenire e mitigare i rifiuti dei prodotti del tabacco si annoverano lo sviluppo di programmi di deposito/ rimborso /ritiro, l’etichettatura delle sigarette come rifiuti pericolosi, l’applicazione di tariffe per lo smaltimento dei rifiuti alla vendita di tabacco, l’intentare una causa per i costi di pulizia e di disturbo, multare gli individui per lo smaltimento dei rifiuti, vietare la vendita di sigarette filtrate e promuovere l’educazione dei consumatori. La legislazione anti-littering sarebbe la strategia più comune per la mitigazione dei rifiuti del tabacco; tuttavia l’applicazione e la prevenzione sono spesso minime e insufficienti.
La ricerca suggerisce la necessità di enfatizzare i principi ambientali, come la responsabilità estesa del produttore (Extended Producer Responsibility – EPR) e la gestione responsabile del prodotto. Così come altre industrie sono responsabili dei loro rifiuti (ad esempio vernici, pneumatici, elettronica, ecc.) anche l’industria del tabacco dovrebbe essere ritenuta responsabile dei rifiuti dei prodotti del tabacco e delle politiche create per assistere questo processo. È giunto il momento che le aziende del tabacco e i cittadini si facciano carico dei propri rifiuti. “Chi inquina paga” è un concetto acquisito da tutti, quindi perché non applicarlo?
Così come altre industrie sono responsabili dei loro rifiuti (ad esempio, vernici, pneumatici, elettronica, elettrodomestici, ecc.) anche l’industria del tabacco dovrebbe essere ritenuta responsabile dei rifiuti dei prodotti del tabacco e delle politiche create per assistere questo processo. Un aumento del prezzo del tabacco e affini si giustifica anche da questo punto di vista. Spetta ai governi attuare e implementare tali pratiche nonostante l’inevitabile pressione dell’industria del tabacco. I politici devono portare avanti queste misure come parte di una strategia più ampia per ridurre il peso schiacciante delle malattie non trasmissibili, tra cui il cancro, il diabete e le malattie cardiache polmonari.
Per ulteriori informazioni : Associazione Svizzera Non Fumatori